A luglio la città di Newcastle ha ospitato il Sensors Applications Symposium – IEEE SAS 2025, un evento internazionale che riunisce università, aziende e centri di ricerca da tutto il mondo per confrontarsi sul futuro della sensoristica intelligente.
Tra i protagonisti anche Antonio Cancilla, R&D Engineer di Teoresi MedTech, che ha presentato un paper sul progetto SPS, dedicato alla manutenzione predittiva dei motori elettrici tramite sensori IoT autosufficienti e algoritmi non supervisionati scritto insieme a Guido Comai (Teoresi MedTech) e Tommaso Polonelli (ETH Zürich).
Lo abbiamo intervistato al rientro dall’esperienza:
Antonio, com’è stato presentare il tuo lavoro in un contesto internazionale come SAS 2025?
È stata un’esperienza di altissimo livello, con tante università da tutto il mondo, inclusi molti atenei italiani come il Politecnico di Milano e l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna. Non è stato però un evento puramente accademico: erano presenti anche alcune aziende come noi che hanno presentato storie di successo e casi d’uso reali. Un contesto molto stimolante, aperto al confronto tra ricerca e applicazione concreta.
Cosa ti ha colpito di più dell’evento?
Sicuramente l’atmosfera dinamica e fortemente orientata ai giovani ricercatori: erano presenti moltissimi under 30, e l’attenzione era rivolta all’innovazione applicata in ambiti strategici come il medicale, l’agricolo e il manifatturiero. I temi trattati, incentrati su smart sensors con casi d’uso concreti, hanno reso il confronto particolarmente stimolante.
Come si è svolta la tua presentazione?
Ho avuto l’opportunità di raccontare il nostro approccio alla predictive maintenance con sensori autosufficienti e online clustering. Il pubblico era molto vario, c’erano sia professori che colleghi ingegneri, e ho ricevuto domande interessanti anche sul potenziale di scalabilità industriale del sistema SPS.
Oltre alla parte scientifica, c’è stato spazio anche per il networking?
Assolutamente sì. L’evento era strutturato per creare connessioni: tra le sessioni erano previste attività tematiche per favorire il dialogo, scambi tra ambiti diversi e future collaborazioni. Ho avuto modo di confrontarmi con persone che lavorano su applicazioni in ambito medicale e agritech, ambiti che potrebbero aprire scenari futuri anche per noi.
Un’occasione importante non solo per mostrare il valore della ricerca Teoresi, ma anche per confermare che il futuro della sensoristica industriale è già in movimento e parla molte lingue.
